Il plantario del settecento

La copia di un plantario settecentesco dei possedimenti dei Ceppi in città e nel contado, conservata presso l'Archivio di Stato di Prato, testimonia le trasformazioni avvenute nell'abitazione di Francesco Datini dopo la sua morte e ci consente di conoscere la struttura del palazzo in quel secolo.
Nel plantario è rappresentata una colombaia tutt'oggi presente e sono ancora visibili elementi della casa ormai scomparsi: il camino della camera delle due letta col comignolo sul tetto e l'acquaio vicino al pozzo, oltre ai due ballatoi chiusi che affacciavano sulla corte.

Sulla facciata che dà sull'attuale via Ser Lapo Mazzei compare un terrazzino in ferro e finestre barocche scandiscono il piano terra.

Inoltre è interessante notare che la Madonna del Ceppo di Filippo Lippi trovi ancora collocazione nella corte, come descrive Vasari ne Le vite, e che l'attuale via Ser Lapo Mazzei si chiami via della Pillotta, prendendo il nome dal gioco che vi era praticato.

Dai rilievi degli edifici che si affacciavano di fronte e sulla via Carraia, a quei tempi ancora di proprietà dei Ceppi, è possibile intravedere i resti dell'antico giardino e dell'orto con tinaia, di cui oggi rimane soltanto il portone esterno di accesso, sovrastato dallo stemma dei Ceppi.


Testo tratto da “PALAZZO DATINI A PRATO - Una casa fatta per durare mille anni”, per info acquisti scrivere a info@museocasadatini.it