Nel 1354 Piero di Giunta del Rosso, tutore di Francesco Datini, acquistò per il mercante, residente ad Avignone, un casolare sul canto del Porcellatico al prezzo di 47 lire e 10 soldi, adiacente a una casetta di sua proprietà. Su quel complesso di edifici fu iniziato un'opera di ristrutturazione, seguita da un vicino di casa, Niccolozzo di ser Naldo Binducchi, che in alcune lettere aggiornava il proprietario sull'avanzamento dei lavori. Questi procedettero lentamente, tra le perplessità e le incertezze di Niccolozzo, che più volte invitò Datini a tornare a Prato, per poter controllare personalmente la realizzazione della sua dimora:
“Non dico questo perché non dia opera a quello che scrivi e subito, ma perché non indugi a tornare sicché veda con i tuoi occhi come il lavoro deve andare” (Lettera Prato-Avignone, 6.11.1379. ASPO, Archivio Datini, 1091, cod. 33378).
In una lettera dell'agosto 1380 Niccolozzo comunicava al mercante le misure della proprietà:
“La casa è lunga braccia 14 e larga braccia 11 e il casolare lungo braccia 20 e largo braccia 15, l'orto è lungo braccia 31 e largo braccia 20. Tutto il terreno, cioè la casa e il casolare insieme, è lungo braccia 35, largo braccia 32”.