Malaparte ciclista-filosofo

14/07/2017 - 14/07/2017

Malaparte ha sempre avuto, fin da ragazzo, una passione per la bicicletta e il ciclismo. Il suo libro su Coppi e Bartali (1949) rappresenta un classico della letteratura sportiva di tutti i tempi. Nella rivalità tra Coppi e Bartali lo scrittore pratese non aveva colto solo un fatto sportivo, ma addirittura “qualcosa di filosofico”. Gino e Fausto incarnavano “due diverse rappresentazioni del mondo, due modi diversi di concepire l’universo e l’esistenza”; erano “due campioni” del pensiero filosofico che davano vita ai “due aspetti essenziali del mondo moderno”: la tradizione e la novità, la fede e il libero pensiero. Quando, pochi mesi prima della morte, Malaparte fece un lungo viaggio nella Cina di Mao rimase sorpreso nel vedere “valanghe di ciclisti al cui confronto le famose colonne di ciclisti olandesi o danesi fanno discretamente ridere”. In Cina, aggiunse, tutti vanno in bicicletta, “uomini, donne, operai, contadini, impiegati, ci sono milioni e milioni di biciclette, tutte di fabbricazione cinese, e son belle, sono moderne, leggere, ben rifinite”. Che cosa penserebbe oggi vedendo che le strade di Pechino sono avvelenate dallo smog di milioni di auto mentre a Prato circolano cinesi in bicicletta?